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GIANNUTRI
L'ISOLA DELL'AMORE

VILLA ROMANA

Antico complesso residenziale con scalo marittimo, un tempo quartier

generale per la sosta dei velieri e per l'otium, fu costruito nel I secolo d.C.

dalla potente famiglia dei Domizi Enobarbi di cui Nerone fu un discendente.

Il sito archeologico è stato riaperto nel 2015. Il biglietto di ingresso

aiuta a finanziarne la manutenzione e la cura. Le visite sono aperte

da Aprile a Settembre in base al calendario.

 

Per info potete contattare Info Park Tel 0565 908231.

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PUNTA CAPEL ROSSO

All’estremità meridionale dell’isola, la costa diventa selvaggia per via dell’erosione del mare e dei venti che hanno scolpito la falesia creando rupi che emergono dalle acque. Qui si formano anche cale e grotte marine, i cosiddetti “Grottoni”, che rappresentano punti di nidificazione di alcune specie rare, come il Gabbiano Reale.

Su questa costa si trova inoltre il Faro di Giannutri, edificato dalla Marina Militare (all'epoca Regina Marina) nel 1861 per l'illuminazione dell'isola, ma attivato soltanto nel 1861. Con la sua caratteristica torre ottagonale che continua ancora oggi a irradiare la sua luce per le navi in transito e che merita una visita.

 

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MISTERI SUI
FONDALI

Il Nasim (Nasim II) era una nave

da carico, costruita nel 1959, affondata

durante la notte nel Febbraio del 1976

proprio di fronte all'isola di Giannutri,

in prossimità di Cala Maestra a causa

di una collisione con gli scogli. La nave

trasportava ben 49 automobili, destinate

al mercato nordafricano, oltre ad alcuni rimorchi. Le automobili contenute nelle stive sono ancora là, quelle trasportate

sul ponte sono cadute in mare e si trovano sul fondale digradante

verso il punto dove si è adagiato il relitto, e creano il "parcheggio".

L'Anna Bianca era un piccolo mercantile lungo 46 metri e largo 9 metri costruito dai cantieri inglesi A/S Marstal nel 1921. Il relitto si trova a circa cento metri dalla costa dell'isola di Giannutri, all'interno della parte nord di Cala Ischiaiola.

È adagiato in due tronconi su un fondale sabbioso tra i 35 ed i 52 metri di profondità. È sufficiente immergersi in apnea per individuarne la sagoma quasi dalla superficie (in queste acque la visibilità supera spesso i 35 metri). Il 3 aprile 1971 mentre stava trasportando un carico di polvere di pomice, fu sorpresa da una violenta tempesta che la mandò ad urtare gli scogli affioranti vicino Punta Pennello facendola colare a picco.

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MITI E LEGGENDE

Marietta e Gualtiero

Giannutri ebbe anche il suo Robinson Crusoe nella figura di Gualtiero Adami, capitano garibaldino, pisano, che sull'isola approdò nel 1882 insieme al fratello Osvaldo. I due l'avevano presa in affitto con l'intento di coltivarla ed effettuare estrazioni minerarie. L'impresa, però, fallì, forse per l'inospitalità dell'ambiente o, forse, per contrasti tra i fratelli. Osvaldo scelse di tornare nel continente, mentre Gualtiero decise di rimanere e si fece raggiungere dalla giovane nipote Marietta Moschini, con la quale ebbe poi una lunga storia d'amore. L'Adami, che era giunto a Giannutri malato di polmoni ed in precarie condizioni di salute, guarì miracolosamente e visse fino oltre 80 anni, trovando giovamento nel sole, nel mare e nelle cose buone della natura offerte dall'isola. 

Nel 1922 morì e venne sepolto al Giglio, mentre Marietta, rimasta sola con i ricordi della sua passione, continuò ad abitare a Giannutri.

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Molti vecchi pescatori, infatti, raccontavano di questa misteriosa figura femminile che,

sempre vestita di un abito fatto di tela marrone,

consumato e pieno di toppe, si aggirava tra i ruderi della villa romana,

alla quale loro portavano qualcosa da mangiare, lasciandolo sulla spiaggetta dell’isola.

Leggende, tuttavia, ancora raccontano che di notte la si può vedere vagare sull'isola tristemente, con lo sguardo rivolto al Giglio dove giace il suo amato Gualtiero. 

<<Lì essa vive, so che i gabbiani cantano per lei, mentre la sera si fa notte e la notte amore.>>

Angela M.B., Giannutri Mistero d'Amore.

Isola Zanara

Da noi l'isola che non c'è... c'è! 

Zanara è collocata tra isola del Giglio e Giannutri, in una zona nota come "la secca della Vedova",

ricordata come un piccolo triangolo delle Bermude, dove nel tempo si sono verificati incidenti e naufragi. Nella mappa di Mercatore del 1589, Zanara non era un semplice scoglio ma una vera isola con tanto di rilievi, non molto più piccola di Giannutri.

Poi, nel 1700 l’isola scomparve improvvisamente dalle mappe. Ma se nel Cinquecento fosse realmente scomparsa un’isola, l’evento sarebbe stato registrato nelle cronache del tempo, invece non esiste alcuna testimonianza di tutto ciò.

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Come molte altre storie legate al mare, la leggenda dell’Isola di Zanara rimane ancora oggi un mistero: è stato solo un grande errore di molti grandi scienziati dell’epoca o l’isola è davvero scomparsa senza lasciare alcuna testimonianza?

C’è da dire anche che molto prima della cartografia, Zanara è riportata negli scritti di San Mamiliano, santo del V secolo vissuto e morto nell’isola di Montecristo, che si sarebbe fermato anche a Zanara, come menzionato nei suoi scritti.

Oltre a quella di Mercatore e San Mamiliano, sono molte le mappe che riportano l’isola. 

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